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Nell’approdare a culture altre, sorge il naturale desiderio di rimanere ancorati alla propria identità, di tenere aperti i collegamenti con le proprie radici. Il cibo quindi è sostentamento non solo fisico, ma anche spirituale; poiché permette, attraverso i sapori, di scavalcare i confini dello spazio e del tempo. Chi è costretto a migrare si trova a dover affrontare un processo di adattamento non privo di difficoltàed in questo percorso la preparazione dei propri piatti tipici può diventare un’occasione di confronto per parlare di culture lontane, di diversità e per far emergere anche le somiglianze. Partendo da queste considerazioni nel 2012, presso la sede di Sant’Arcangelo, ha avuto origine il workshop “Incontrarsi Cucinando”. Il successo del workshop è andato al di là delle aspettative più ottimistiche e, su richiesta di alcuni docenti, dell’Istituto Professionale Enogastronomia e Ospitalità Alberghiera “U. Di Pasca” di Potenza si è realizzato un progetto formativo sulla cucina multietnica promosso nell’ambito del percorso di Istruzione e Formazione Professionale dell’Agenzia formativa della Provincia di Potenza che si è ripetuto per tre anni realizzando anche un ricettario multietnico in italiano, inglese ed arabo. Così nasce l’idea, alla quale stiamo lavorando, di costruire ulteriori percorsi di formazione ed inserimento lavorativo su tutta la filiera del cibo, dalla produzione (sperimentando la coltivazione di prodotti essenziali per le cucine multiculturali nei nostri territori), alla commercializzazione (proponendo la creazione di un Gruppo di Acquisto Solidale per reperire i prodotti tipici di tutte le cucine anche in zone periferiche), al consumo (promuovendo la formazione di cuochi specializzati e l’apertura di punti di consumo per il cibo multietnico). Perché il cibo può consentire anche la creazione di nuovi posti di lavoro sia per i rifugiati che per chi lavora insieme a loro.
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